Classi di socializzazione per allenare le capacità comunicative del tuo cane
Le
classi di socializzazione tra cuccioli, o tra cani adulti, oltre ad
essere un momento di gioco e di svago indispensabile,
sono
fondamentali per allenare le loro capacità comunicative, perchè
la loro abilità innata a comunicare viene facilmente persa o
rafforzata dalle esperienze di vita.
La
loro comunicazione viene definita
pragmatica, non
verbale, riescono a capirsi tramite la postura, i movimenti del corpo
(della coda, delle orecchie, della testa), le mimiche facciali gli
sguardi e l'emissione di vocalizzazioni, come suoni e ringhi. Tutto
ciò forma degli schemi comunicativi, è come fosse il "loro
dizionario" e ad ogni gesto o suono corrisponde un determinato
significato e messaggio rivolto agli altri.
Nel
loro linguaggio un ruolo fondamentale, perché ricco di informazioni,
è dato dalla
prossemica, cioé gli spazi, la
collocazione, la distanza che i cani decidono di mantenere tra loro
in base allo stato d'animo e al contesto per una giusta interazione.
Per
capire in pieno quello che due o più cani si vogliono comunicare,
non dobbiamo fermarci ad osservare il singolo segnale, ma bisogna
essere in grado di saperli leggere nel loro insieme, perché
altrimenti possiamo inciampare in dei fraintendimenti.
È compito
dell'educatore, mentre i cani stanno giocando o facendo altre
attività,
far cogliere e comprendere ai rispettivi proprietari il
significato dei loro comportamenti nelle diverse occasioni, oltre
che ad insegnare loro la gestione in libertà. Con un po' di
allenamento anche per i nostri occhi sarà più facile capire quello
che si stanno comunicando.
Al
centro cinofilo "Un mondo a 6 zampe" le classi di
socializzazione saranno composte al massimo da otto cani, per una
precisa scelta di poter
gestire al meglio le situazioni e i
comportamenti che si verranno a creare dalla loro interazione.
I
binomi, anche se all'interno di un gruppo, saranno comunque
seguiti
singolarmente, facendo capire ad ogni proprietario quello che i
cani si vogliono comunicare, insegnando ad osservare ogni singolo
atteggiamento e suggerendo quando è meglio lasciar correre o invece
intervenire per fermare una situazione che sta per degenerare, perché
divenuta troppo irruenta e potenzialmente rischiosa.
Oltre
a ciò,
sarà importante ed interessante imparare a leggere il
linguaggio del proprio cane: finalmente sapremo con più
consapevolezza cosa il nostro amico a quattro zampe ci vuole
comunicare!
Quanto
appreso all'interno del centro cinofilo, è importante che poi venga
messo in pratica nel quotidiano, sopratutto nelle aree cani.
L'obiettivo delle classi di socializzazione è dare gli strumenti
necessari al proprietario per gestire il proprio cane in autonomia.
Attraverso
l'osservazione del linguaggio del corpo del cane, questi schemi
comunicativi sono stati raggruppati dall'illustre etologo Roberto
Marchesini in:
- segnalazioni
di calma: servono ad impostare un incontro corretto
- segnalazioni
di pacificazione: servono a far slittare l'altro individuo da una
situazione conflittuale e competitiva a una più tranquilla con
minor tensione (per esempio: invito al gioco)
- segnalazioni
di criptazione: servono ad interrompere una comunicazione, o per
perdere interesse nei confronti dell'altro (per esempio: fiutare,
urinare, voltare la testa dall'altra parte)
- segnalazioni
di disposizione: servono ad informare l'altro del proprio stato
posizionale del qui e ora (per esempio: l'altezza della coda, la
posizione delle orecchie)
- segnalazioni
di ingaggio: servono per richiamare l'attenzione dell'interlocutore
ed ingaggiarlo in particolari attività (per esempio abbaiare)
- segnalazioni
di stress: indica un proprio stato di tensione ad una particolare
situazione (per esempio sbadigliare o grattarsi)
- segnalazioni
di richiesta: servono ad aprire la relazione (richiesta di cure,
invito al gioco) o per indicare qualcosa che si desidera
- Segnalazioni
di allerta: servono per avvisare il gruppo o l'altro individuo di un
evento possibilmente pericoloso (ad esempio: emettere uno sbuffo)
- Segnalazioni
di presenza: servono ad indicare la propria presenza in un
particolare territorio (per esempio la marcatura).
Durante
l'incontro tra cani, i segnali più importanti e che
ricorrono più
frequentemente sono sicuramente i
segnali calmanti e di
pacificazione, perché possono essere paragonati a una specie di
"assicurazione sulla vita". Ci insegna Turid Rugaas (famosa
educatrice e ricercatrice norvegese del comportamento canino), che i
cani, come i lupi, utilizzano i segnali calmanti più a livello
preventivo che per interrompere un qualcosa (minacce, nervosismi,
paure, schiamazzi e situazioni spiacevoli), o un'aggressione, solo
con una modalità più sottile, quindi è un po' più difficile
percepirli e leggerli.
Il
comportamento dei lupi è più incisivo, più intenso, più evidente,
perché è adeguato alla vita selvatica.
Il
cane, che è addomesticato, usa manifestazioni più fini, con lettere
molto più piccole, perchè normalmente i nostri cani non sono nella
situazione di pericolo dei lupi e perciò non hanno bisogno di usare
lettere grandi e di alzare la voce per comunicare tra loro. Inoltre i
cani utilizzano questi segnali sia per calmare se stessi quando si
sentono stressati o a disagio, sia per far sentire l'altro al sicuro
e per fargli capire la buona volontà di fare amicizia, di voler star
bene sia che si tratti di un cane o di un umano.
I
cani che hanno la possibilità di comunicare spesso con i loro
simili,
grazie anche alle classi di socializzazione, si intendono
tra di loro e non sono quasi mai in un pericoloso conflitto,
perché sia i lupi che i cani fanno di tutto per evitare lo scontro.
Spesso siamo noi umani che creiamo situazioni di conflitto tra
noi ed i nostri amici pelosi, perché
non siamo in grado di
comprendere ciò che ci vogliono comunicare e i messaggi che si
inviano tra di loro.
I
segnali calmanti sono circa una trentina e alcuni vengono utilizzati
anche in altre situazioni. Tra i più comuni troviamo: girare la
testa, guardare altrove, socchiudere gli occhi, voltarsi di lato o di
spalle, leccarsi il naso (è anche autocalmante), immobilizzarsi,
camminare lentamente e fare movimenti lenti, assumere la posizione di
invito al gioco, mettersi seduti o a terra, sbadigliare, annusare,
curvare, mettersi in mezzo, muovere la coda in un modo specifico,
leccarsi le facce, sbattere le palpebre, schioccare le labbra, alzare
una zampa, fingere di ignorare l'altro, fare pipì.
Occorre
dedicare un po' di tempo nell'osservazione dei segnali del nostro
cane, sia a casa che quando interagisce libero con i suoi simili.
All'inizio richiede un po' di concentrazione, ma
con l'allenamento
ed i consigli dati al centro cinofilo diventerà automatico.
Non
si può pretendere di saper educare un cane se non siamo in grado di
cogliere, conoscere ed interpretare il suo linguaggio in modo
corretto; la comunicazione è la base di ogni relazione sociale.